|
REDC 61 (2004) 657-694
NULLITA' DEL MATRIMONIO CONCORDATARIO E DIVORZIO NELLA RECENTE GIURISPRUDENZA E NELLE RIFLESSIONI DOTTRINALI
1. MATRIMONIO CONCORDATARIO NULlO: QUALE DIRITTO APPLICABILE? PREMESSA
La qualificazione del rapporto intercorrente tra Ia giurisdizione civile e Ia giurisdizione ecclesiastica ha notevoli effetti sul piano pratico: dopo il Trattato Lateranense del 1929, che riconosceva giurisdizione esclusiva ai tribunali ecclesiastici relativamente alla dichiarazione di nullità di matrimoni concordatari1, il rigoroso silenzio serbato dall'Accordo di modifica del 1984 ha portato alla proliferazione di interpretazioni differenti. Da un lato si collocano coloro2 che ritengono ancora sussistente Ia riserva di
1 Art. 34, IV comma- Le cause concernenti Ia nullità del matrimonio e Ia dispensa da matrimonio rato e non consumato sono riservate alla competenza dei tribunali e dei dicasteri ecclesiastici. 2 Vedi Luigi De Luca, Giurisdizione ecclesiastica in materia matrimoniale esclusiva u concorrente?, in Diritto Ecclesiastico, I, 1985, pp. 312 ss. in cui l'autore desume Ia permanenza della riserva di giurisdizione ecclesiastica da un'analisi letterale: dall'articolo determinativo -il- dell'art. 8.2 lett. a) si desumerebbe che l'unico giudice competente è quello ecclesiastico; dello stesso autore, La trascrizione del matrimonio canonico: disciplina sostanziale, p. 271, in La disciplina del matrimonio concordatario dopo gli Accordi di Villa Madama, a cura di Enrico Vitali e Giuseppe Casuscelli; l'autore evidenzia che l'Accordo esprime il principio della libertà dei cittadini di scegliere il matrimonio civile o quello religioso con o senza effetti civili. L'attribuzione degli effetti civili costituisce il riconoscimento del valore religioso che il matrimonio canonico ha per i fedeli, esso è, a giudizio dell'autore, un atto religioso che, in quanto tale, rimane subordinato alla giurisdizione esclusiva ecclesiastica; vedi Ombretta Fumagalli Carulli, Profili di libertà, in AA. W., Il nuovo Accordo tra l'Italia e Ia Santa Sede, 1987, pp. 126-130; l'autrice ha ritenuto che l'ambiguità del testo normativo, causata da una scelta oscura in sede legislativa, avrebbe perciò portato incertezza nei rapporti giuridici; sembra schierarsi contro l'impostazione delle giurisdizioni concorrenti tra Stato e Chiesa Fernando Santosuosso, in La disciplina del matrimonio concordatario dopo gliAccordidi VillaMadama, a cura di Enrico Vitali e Giuseppe Casuscelli, pp. 175 ss.; in cui l'autore segnala i numerosi problemi introdotti dall'Accordo di revisione; vedi anche Sandro Gherro, Dalla 18/82 all'Accordo di modificazione, in AA. W, Il nuovo Accordo tra l'Italia e Ia Santa Sede, 1987, pp. 315-325; l'autore sostiene che il mancato riconoscimento della riserva esclusiva di giu-
|