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Cultura scientifico-naturalistica di Plinio (*)
Plinio, uomo pratico, non condivide il programma umanistico di Vespasiano. Egli aderisce alla linea tecnologica di Tito, che non ignorava come nell'impero fosse presente Io humile uulgus «che sviluppava tante energie dall'esercito all'edilizia, dall'agricoltura ai trasporti e ai commerci» l. Plinio non tiene affatto conto delle deplorazioni che i senatori volgevano contro i cultori delle oríes naturali e servili. Egli non «ama Ia società in cui era vissuto, antecedente all'ascesa dei Flavi» 2, ma non accetta il concetto senecano delle artes, espresso, in particolare, nella polemica contro Posidonio (fr. 284 Ed-K.) 3: ben diversa era Ia concezione di Seneca sul progresso, sulla funzione delle artes, che non avrebbero avuta alcuna valenza morale, se esse vengono esercitate e perfezionate a fruizione dei beni piateriali; Plinio vuol liberare l'umanità dal labor, favorisce Io sviluppo della produzione, poiché con il miglioramento dei livelli di vita si accompagna un elevamento della cultura. «Seneca, afferma F. Della Corte4, operava in una società chiusa, Plinio in una aperta, quella dei Flavi, che si poggiano su nuovi ceti sociali; per questi Plinio approntava un diverso sapere, in cui aveva una forte incidenza l'aspetto tecnico-pratico; realizzava una monumentale opera di ispi(*) I limiti di tempo, imposti, per esigenze tecnico-organizzative, alle comunicazioni, ci obbligano a restringere Io svolgimento del tema proposto, preferentemente, alla cultura zoo-ornitologica di Plinio. 1 F. Della Corte, 'Gaudens prouentu rerum artiumque princeps', in Atti del Congresso internazionale di studi vespasianei, Centro di Studi varroniani Rieti 1981, p. 345 (=Opuscula 7, Genova 1983, p. 201). 2 F. Della Corte, ibid., p. 346 (=Opuscula, oit., p. 20). 3 F. Della Corte, ibid.; F. Capponi, 'Variae artes ad Georg, l, l39-42', in Alti del convegno virgiliano sul bimillenario delle Georgiche (Napoli 1977) p. 225, nota 2. 4 Art. cit., p. 346 (=Opuscula cit., p. 202).
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