|
REDC53(1996)119-131
CURA PASTORALE DI FEDELI DI ALTRA CHIESA «SUI IURIS» *
0.
INTRODUZIONE
La mobilità dei nostri giorni ha delle gravi ripercussioni sulla vita degli individui costretti per qualsiasi ragione ad emigrare, per tutto ciò che comportano gli spostamenti definitivi, come Ia separazione dai familiari, Ia rottura dei rapporti di amicizia, l'adattamento a nuove lingue, culture, condizioni climatiche. Gravi ripercussioni si hanno anche per Ie comunità, specialmente quelle minori, che rischiano di impoverirsi e di sfaldarsi nei luoghi da cui partono i loro componenti, senza aver sempre Ia possibilità di ricostituirsi come comunità nei luoghi di arrivo. Presto infatti soprawiene Ia dispersione nei territori di accoglienza, e Ia comunità, anche se ha potuto mantenere all'inizio una certa unità, si dissolve nella «diaspora», ed è gradatamente assorbita dal gruppo predominante. La pratica religiosa dei fedeli cattolici parrebbe facilitata dal fatto che Ia chiesa cattolica è diffusa; ciò non ostante, Ie comunità orientali sono molto esposte in quanto minoritarie. GIi orientali cattolici trovano infatti accoglienza nelle comunità cattoliche presenti praticamente in ogni parte del globo e specialmente nei luoghi di immigrazione, ma queste comunità sono latine e, purtroppo, non sono sempre aperte alla comprensione ed al rispetto degli elementi propri di tradizioni religiose diverse dalla propria. Il presente studio, muovendo da queste considerazioni, si propone di analizzare i vincoli che sorgono nei riguardi dei fedeli cattolici dimoranti in territori sottoposti a vescovi cattolici di altra chiesa «sui iuris» da parte di questi ultimi, ai quali tocca assicurarne Ia cura pastorale.
*. Testo rieUiborato di una Relazione tenuta il 12 gennaio 1996 al Sinodo dei Vescovi della Chiesa Siro-MaUibarese, riunitosi in Vaticano dali8 al 15 gennaio 1996.
|