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Lucifero Calaritano contro Ia cultura classica *
Uno dei problemi, a mio parere, più importanti che si presentano a chi studia l'opera di Lucifero di Cagliari è quello dei rapporti con Ia cultura classica, problema che investe discreta parte della letteratura cristiana. Nell'ormai lontano 1968 apparve sulla Rivista di studi classici di Torino (RSC, XVI, 2, ma-ago 1968, pp. 219 ss., estratto pp. 11-15) un articolo su «Lucifero di Cagliari ' e il suo atteggiamento di fronte alla cultura classica». In un brevissimo esame cercavo di dimostrare «il profondo disinteresse» del battagliero vescovo «verso Ia cultura e Ia sapienza dei pagani» (pp. 13 ss.). Prendevo Ie mosse da quello che ancor oggi ritengo un passochiave dell'opera luciferiana, Mor. esse pro deifilio XI 9 ss. ' his: Scias itaque ex hoc ipso, quantum intersit inter uerum atque falsum, quando ipse cum sis, ut tibi uidetur, peritus habea$que dictatorum designatum numerum, tamen persuadere nulli nisi eix qui carnificinam tuam timuerunt te potuisse
* L'art, riproduce in parte Ia relazione tenuta al convegno internazionale organizzato dall'università di Cagliari su: «La figura e l'opera di Lucifero di Cagliari: una rivisitazione» (5-7 dic. 1996). 1 Si ritiene opportuno nel presente tilolo, come in quelli citati a p. 109, n. 5 (Lettura de Lucifero di Cagliari [...]) e a p. 112 n. 16 (Studio sulla lingua e Io stile di Lucifero di Cagliari) sostituire il sintagma di Cagliari a quello originario (da Cagliari). 1 bis M<>riundum esse pro Dei Filio (= Mor.) XI, 9-21, pp. 288-289 Diercks = p. 306 Hartel = rr. 746-756, pp. 68-69 Ugenti = pp. 70-71 Ferreres.
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