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Plinio, Boezio e Ia teoria pitagorica dell'armonia delle sfere
Plinio affronta il tema dell'armonia delle sfere in due soli passi della sua opera maggiore l. NeI primo (NH 2, 6) si limita ad esprimere tutto il suo scetticismo sulla sussistenza stessa del fenomeno. NeI secondo (NH 2, 84) inserito nella più vasta trattazione delle distanze astrali, il persistente scetticismo, inequivocabilmente ribadito dalle parole iucunda magis quam necessaria subtilitate che concludono icasticamente il brano 2 , non esime il naturalista latino dal fornirci tutta una serie di dettagli sulla discussa dottrina che sono tuttora oggetto di attenta considerazione da parte degli studiosi. All'affermazione che Pitagora avrebbe fissato in 126.000 stadi Ia distanza dalla terra alla luna —cifra che duplicata e triplicata ci fornirebbe, secondo un'opinione condivisa anche da Sulpicio GaIo, l'esatta determinazione delle distanze intercorrenti fra Ia luna e il sole e fra il sole e Ia sfera delle stelle fisse— fa seguito una vera e propria serie di note, pure attribuita a Pitagora, nella quale Ie distanze fra Ie otto sfere celesti della tradizione antica (terra compresa) vengono tradotte in altrettanti intervalli musicali. La somma di tali intervalli, ammontante a sette toni, corrisponderebbe, secondo l'errata illazione di Plinio, a quella che gli antichi denominavano diapason harmonia, o intervallo di ottava (che, in realtà, di toni ne comprendeva solamente sei!). Ogni corpo celeste, inoltre,
1 Stralciamo dall'imponente bibliografia quelli che ci sono sembrati i lavori essenziali. P. Tannery, Recherches sur l'histoire de l'astronomie ancienne (Paris 1893) pp. 323-36; Th. Beinach, 'L'harmonie des sphères'. Rev. d. ét. gr, 13 (1900) pp. 430-49; Th. Heath, Aristarchus of Samos (Oxford 1913) pp. 105-15; P. Boyancé, Etudes sur Ie Songe de Scipion (Paris 1936) pp. 104-15; W. Burkert, 'Hellenistische Pseudopythagorica, 2 Ein System der Sphärenharmonie', Philol. 105 (1961) pp. 28-43. 2 É Ia posizione di Aristotele, Cael. 290b.
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