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Echi dell' «Hortensius»
Quando preparavo l'edizione dell' Hortensius ciceroniano ho ritenuto, anni fa, di poter ricavare molto nuovo materiale del dialogo dalla lnstitutio divina di Lattanzio, precisamente dal capitolo 16 del III libro, oltre a quello che vi era già stato genericamente ravvisato: sicché con buona parte di quel materiale ho costituito il fr. 36 della mia edizione *-. DeI tema trattato, cioè il contrasto tra i civiles viri — politikoi —, e i philosophiae doctores — philósophoi —, i primi attivi, i secondi contemplativi, e Ia condanna di questi ultimi, ci sono rimasti anche tre brevi frammenti diretti (frr. 37-39 Gr.), che son già un valido indizio di come quel materiale possa di buon diritto essere attribuito all'Hortensius. Contrasto e condanna erano sulla bocca d'Ortensio, il nemico della filosofia, il cui intervento si risolveva in un aspro rifiuto dei filosofi che 'predicano bene e razzolano male', che tradiscono col loro insegnamento, fatto puramente di parole, l'impegno che ogni uomo ha verso Ia propria città di darle tutta Ia propria opera: il tema non poté non avere larga risonanza nel mondo romano, fondamentalmente attivista, tanto più che Cicerone vi aveva fatto ricorso due volte, nel de re publica (1, 2, 2 ss.) per spronare tutti all'impegno politico e nell'Hortensius per far capire che l'etica politica romana era crollata, che il puro impegno del singolo era ormai insufficiente, che Ia salvezza dello stato richiedeva un'etica più alta che formasse un 'nuovo' individuo sotto l'influsso dell'oreié socratica.
1 Ciceronis, Hortensius, edidit commentario instr. A. Grilli, -Testi e documenti per Io studio dell'antichità- V (Milano-Varese 1962); Ia discussione sul passo di Lattanzio a pp. 12l-29.
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